Il Sommo poeta era iscritto all’arte degli speziali una delle più importanti del tempo. Non è dato conoscere se questa sua aspirazione fosse dovuta all’amore per la medicina o per gli aromi gastronomici.
Nel girone dei golosi della Divina Commedia non si trovano dettagliati riferimenti culinari. Però alcune strofe del canto XXII del Purgatorio ci lasciano intravedere l’ esaltazione dei frutti del melo .
Ma tosto ruppe le dolci ragioni
un alber che trovammo in mezza strada,
con pomi a odorar soavi e buoni;
e come abete in alto si digrada
di ramo in ramo, così quello in giuso,
cred’io, perché persone su non vada.
Dal lato onde il cammin nostro era chiuso,
cadea de l’alta roccia un liquor chiaro
e si spandeva per le foglie suso.
Li due poeti a l’alber s’appressaro;
e una voce per entro le fronda
gridò...
Nell'anno di Dante non possiamo fare a meno di "rispolverare" una ricetta classica adatta a mele selvatiche.
Cosa serve
2 Mele renette
Il succo di 2 limoni
80 grammi di zucchero Zucchero
olio per friggere
150 grammi di farina
1 pizzico di sale
200 ml di latte
Zucchero 20 grammi di zucchero
1 bustina di vanillina
2 uova
Come si fa
Si prepara la pastella sbattendo insieme i tuorli delle uova e il latte, un pizzico di sale, la vanillina e la farina setacciata e si mescola fino ad ottenere un composto omogeneo.
Si lascia riposare almeno mezz’ora.
Si montano a neve gli albumi dell'uovo con 20 gr di zucchero, si uniscono al composto amalgamando lentamente con un mestolo di legno.
Si sbucciano le mele e si tagliano a fettine dello spessore di 1/2 cm, cospargendole con il succo di limone e poi passandole nello zucchero.
Si passano le fette di mela nella pastella, si fanno dorare nell’olio caldo (circa 180 gradi) su entrambi i lati, si scolano su carta assorbente, si cospargono leggermente con dello zucchero a velo e si servono ben calde.