100 fattorie di epoca romana costituiscono uno dei parchi archeologici più estesi e testimoniano la vocazione agricola di questa pianura alluvionale punteggiata di zone umide importanti, Bottacci e Sibolla e disegnata dai lavori di bonifica ottocenteschi.
Il fiume Serchio si avvicina alla città di Lucca, senza sfiorarla, racchiuso in possenti argini sui quali si può comodamente passeggiare in ogni stagione.
Una fitta rete di sentieri ciclabili seguono l’andamento di antichi canali e costeggiano gli argini del canale Rogio e le arcate dell’Acquedotto ottocentesco del Nottolini che ancora oggi rifornisce la città di ottime acque leggere dei Monti Pisani tra orti, campi e piccole corti rurali mentre la via Francigena corre invece dritta tra la Lucca del Volto Santo e Altopascio, ospedale medievale per i pellegrini e patria del buon pane toscano.
I lunghi filari di pioppi bianchi costeggiano i campi da cui provengono ortaggi, gobbi, pomodori canestrini, cipolle lucchesi e legumi. Il terreno sciolto ben si adatta infatti alla coltivazione di fagioli, una dozzina di varietà diverse, orgoglio della cucina locale e coltivazione tradizionale, ingrediente irrinunciabile delle famose zuppe toscane e di piatti originali, dalle mousse di fagiolo cannellino alle cialde di fagiolo rosso di Lucca, alle insalate di mascherino, santoreggia e crostacei che riassumono i sapori di tutto il territorio.