Le prime osservazioni scientifiche e le più vecchie fonti storiche, circa l’ importanza dei funghi in Lucchesia, risalgono alla metà dell’ottocento quando il botanico Puccinelli (1808-1850) pubblicò nel 1841 Osservazioni sui funghi dell’agro lucchese. Le prime testimonianze scritte sull’importanza dei funghi nella Garfagnana si hanno con il De Stefani 1883.
La commercializzazione dei funghi si ritiene, da alcuni scritti, che risalga a prima del 1850. Il fungo della Garfagnana veniva commercializzato allo stato fresco sui mercati delle città vicine fino ad arrivare a Milano, Roma e Genova. Il fungo secco partiva dal porto di Genova per arrivare ai mercati del Nord America e dell’Inghilterra. Il fungo porcino della Garfagnana e Media Valle del Serchio è ancora oggi molto ricercato, nasce nei boschi di conifere e latifoglie. In particolare i castagneti domestici (chiamati “selve”) forniscono un porcino molto saporito. Con il nome generico di fungo porcino si raggruppano 4 specie diverse: Boletus edulis, Boletus aestivalis, Boletus aereus, Boletus pinophilus.
Raramente le quattro specie si trovano contemporaneamente in uno stesso territorio, dipendendo la presenza di una specie rispetto ad un’altra dalla stagione e dall’altitudine. La raccolta dei porcini è normata dalla regione Toscana.
Il processo di lavorazione consiste essenzialmente nella essiccazione del prodotto fresco.
img: Q, Fulceri