Divina Cucina

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Per illustrare la prodigiosa memoria di cui si dice fosse fornito Dante Alighieri si cita sempre una storiella.
Una sera, metre se ne stava seduto in piazza Duomo (al n° 54, una lapide indica il "Sasso di Dante") a Firenze passò uno sconosciuto che a bruciapelo chiese: "Qual'è il boccone più squisito?" e Dante pronto: "Un uovo".
Passò un anno. Dante si ritrovava seduto al solito posto e lo sconosciuto passò nuovamente e nuovamente chiese "Con che?". E Dante pronto: "Col sale".

 

Anche lo scrittore lucchese Giovanni Sercambi gli dedica due novelle di una sua raccolta. Una di queste si svolge attorno ad un tavolo apparecchiato. Qui è la scaltrezza del poeta ad essere argomento del racconto.

Dante è in visita a Roberto D'Angiò re di Napoli (1278-1343), capo del guelfismo italiano in Firenze.
"Re Roberto invita Dante a pranzo, a Napoli. Ci tiene molto all’etichetta, il Re, e quando vede arrivare il poeta vestito con negligenza “come solean li poeti fare”, lo fa sedere in fondo al tavolo, con gli ospiti di rango inferiore. Dante, torvo, non batte ciglio, ma appena finito di mangiare si alza e lascia la città.
Re Roberto realizza di aver trattato male il grande Poeta e gli invia un messaggero con un nuovo invito. Dante accetta e si presenta a corte con vesti così ricche che il Re gli fa assegnare uno dei posti d’onore. Ma appena arrivano le vivande Dante comincia a rovesciarsi addosso cibi e vìno sui suoi bei vestiti.
Al Re che, sbalordito, gliene chiede ragione, il poeta risponde: “Santa Corona, io cognosco che questo grande onore ch’è ora fatto, avete fatto ai panni miei e pertanto io ho voluto che i panni godessero le vivande apparecchiate”.

 

Dante Alighieri, scrive la Divina Commedia nel periodo in cui la cucina, da tradizione orale diventa scritta con la publicazione dei primissimi ricettari (come ad esempio il Liber de coquina che si pensa venga scritto attorno al 1304). Forse questo motivo nella divina opera compaiono primi riferimenti alla gastronomia e metafore gastronomiche.

All'Inferno il trattamento riservato ai dannati è spesso ispirato da preparazioni gastronomiche di cui si può trovare attestazione e documentazione in coevi manuali di cucina.

Nella Divina Commedia, ahimè, la posizione dei golosi non è delle migliori. Il peccato di gola assai temuto e i peccatori condannati ad una situazione tuttal'tro che "gustosa".

Non va meglio ai barattieri per i quali è prevista una pena spirata alla cucina, sono infatti "cotti"in pece bollente “Non altrimenti i cuoci a lor vassalli… fanno attuffare in mezzo la caldaia, la carne con li uncin, perché non galli …” (Inferno XXI, 55-57).

“Bolliti", ma nel sangue i violenti verso il prossimo. "Ma ficca li occhi a valle, ché s’approccia / la riviera del sangue in la qual bolle / qual che per violenza in altrui noccia». (Inferno XXII 48)

Passiamo al Purgatorio, dove le anime espianti sono appagati del piacere di “... colui che nove cose assaggia.” (Purgatorio II, 59-54). Tra Queste Dante incontrerà il lucchese Bonagiunta Urbicciani che gli annuncerà una sua visita a Lucca.

In Paradiso Cacciaguida lo minaccia “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui”. (Paradiso canto XVII). Il che conferma l'abitudine dei toscani ad apprezare il pane sciocco, quello salato considerato un disagio. No, Dante non è noto per essere un gran gourmet.Ma  finalmente in Paradiso le schiere celesti vivono di “pan degli angeli” (II, 11) cioè della contemplazione mistica, insieme ai beati e ai santi che si nutrono simbolicamente dei misteri divini. In questo caso la ghiottoneria è lecita perché è una golosità di beatitudine. Il cibo, da nutrimento del corpo è diventato nutrimento dello spirito.
 

Per chiudere, una ricettina semplice semplice che chiude il cerchio: l'uovo di Dante, una boutade ispirata al Sommo ma disappetente poeta.

cosa serve:

- carciofi
- uova
- olio
- sale
- 1 limone

come si fa:

Si puliscono i carciofi, fino alcuore più tenero e si immergono in acqua e limone. Si fanno rassodare le uova immergendole in acqua fredda e portando a bollore per 5 minuti. Quando fredde si sgusciano e si dispongonoin un piatto tagliate in due e accomagnati dai cuori di carciofo conditi con un po' di olio e sale.

Buon DanteDì a tutti