La festa di Santa Zita fra storie, aneddoti e ricette nel nuovo libro di Susanna Consorti.
Il libro nasce intorno a quel buon profumo che comincia a pervadere dapprima tutta la casa, poi il giardino e poi ancora i giardini delle case accanto, tanto che le persone si svegliano beate da quegli odori, ricordandosi finalmente della festa di Santa Zita.
Piano piano in tutta Lucca ogni casa si desta, le persiane si aprono, le finestre si spalancano e i fornelli si accendono. I fiorai aprono subito le loro botteghe e i bambini e le bambine vengono mandati a comprare mazzi di fiori per spargerne poi i petali lungo le strade.
Ecco la festa di Santa Zita per Lucca raccontata ai bambini tramite storie, aneddoti e ricette.
E poi lei, la Santa, che si racconta in prima persona: “La mia storia inizia tanto, tanto tempo fa, quando nel 1218 sono nata a Monsagrati, un piccolo paese vicino a Lucca. Ero giovanissima e quando ho iniziato a lavorare, in casa dei Fatinelli, avevo solo dodici anni. Vivevo vicino alla chiesa di San Frediano e amavo aiutare le persone bisognose e raccogliere fiori, i miei preferiti erano le giunchiglie. Una sera alla vigilia di Natale stavo andando in San Frediano, e il signor Fatinelli mi prestò il suo mantello, raccomandandosi che non lo perdessi, perché prezioso. Mentre camminavo vidi però un uomo solo, seduto per terra, senza coperte che lo riparassero dal freddo. Mi sentii molto rattristata, così lo coprii con il mantello facendomi promettere di restituirmelo. Quando uscii però, mi dimenticai di cercare quell’uomo e tornai subito a casa. Quando il signor Fatinelli mi chiese dove avessi messo il suo mantello, non seppi cosa rispondere ma proprio in quel momento si sentì bussare alla porta: era un giovane, biondo, avvolto da una chiara luce, e restituì il mantello. Un’altra volta invece accadde che avevo raccolto tutti gli avanzi di cibo dalla tavola per portarlo alle famiglie meno fortunate. Però mi dimenticai di chiedere il permesso, così quando il Sig. Fatinelli mi vide con il grembiule chiuso e gonfio, mi chiese cosa nascondessi. Risposi: “fiori freschi” e quando aprii il grembiule gli avanzi del pranzo non c’erano più, al loro posto trovai fiori, che caddero giù ai miei piedi. Il 27 aprile del 1278 mi ammalai e mi spensi, ma da quel giorno a Lucca nessuno mi ha dimenticato”.
Tra le ricette scritte da Susanna Consorti quella del buccellato:
cosa ci vuole:
500 grammi di farina
150 grammi di zucchero
50 grammi di burro
150 centilitri di latte
1 bustina da 20 grammi di lievito di birra
50 grammi di semi di anice (pestati),
100 grammi di uva passa,
1 pizzico di sale.
Come si fa
Mettete in una ciotola la farina, lo zucchero, il latte, il burro ammorbidito, un uovo, un pizzico di sale e il lievito di birra.
Mescolate bene, bene, fino a farlo diventare morbido ed elastico.
Aggiungete l’uvetta e i semi di anice.
Mescolate e create una palla.
Copritela con un canovaccio e fatela lievitare.
Appena sarà grande almeno il doppio, create dei filoncini e con un coltello senza lama fate dei tagli sulla superficie.
Fate lievitare ancora per 1 ora.
Dopodiché sbattete il secondo uovo e spennellateci il buccellato, poi a cuocere in forno per 1 ora a 180 gradi.