Frappe, cenci, chiacchiere, bugie, rappe, frappole, galani, frittole, cròstoli. Non c'è Carnevale senza questo versatile e croccante dolcetto.
Il nome cambia e con il nome alcuni piccoli particolari che identificano le varianti regionali, ma la ricetta è molto simile e unica l'allegria che questi dolcetti portano sulle tavole in ogni ora del giorno, dalla colazione all'after hour.
Rettangolari, lunghe, annodate, sottili o corpose, sempre friabili e croccanti e spolverate di abbondante di zucchero a velo.
Come tutte le ricette semplici hanno una storia molto antica, pare le preparassero già i romani per i Saturnali, festa che precorre il Carnevale odierno. Apicio, uno dei più raffinati buongustai dei tempi antichi, nel suo “De re coquinaria” le descrive così: “Frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”.
Dal forno della pasticceria o dal forno di casa, il momento è adesso, ecco la ricetta:
cosa serve:
500 gr di farina
80 gr di zuchero
50 gr di burro
tre uova.
1 bicchiere di Vin Santo delle colline lucchesi.
olio per friggere
zucchero al velo
come si fa:
nella farina disposta a fontana si mette lo zucchero, le uova il Vinsanto e da ultimo il burro fuso. Si impasta bene finchè la pasta è liscia e morbida e non si attacca più alle mani.
Si lascia riposare l'impasto per un'ora, in un luogo fresco, avvolto in un canovaccio.
Si stende la pasta e si taglia a piacere a straccetti, a nodi, a rettangoli.
Si frigge in abbondante olio bollente e, una volta freddi, si spolverano con abbondante zucchero al velo.
Buon Carnevale!
Foto di Marcin Wąż da Pixabay